giovedì 6 marzo 2008

Piano gestione Materiali Post Consumo di Napoli

Gli amici di Napoli mi hanno chiesto un parere sul nuovo piano di gestioni dei Materiali Post Consumo per il Comune di Napoli (http://danilla.files.wordpress.com/2008/03/pianordcomunedinapolidefinitivo29208.pdf)

Ho dato un'occhiata e mi sembra un notevole passo in avanti.

La mia opinione è che bisogna puntare subito e con energia sulle iniziative di riduzione della produzione che correttamente il piano prevede.

Ricordo che il  rifiuto che si gestisce meglio è quello che non c'è e produrre meno rifiuti significa risparmiare energia, risorse non rinnovabili e inquinamento.

A riguardo, se non mi è sfuggito, nel piano manca un riferimento ad incentivi al compostaggio domestico.

E' una lacuna che occorre al più presto colmare, in quanto il compostaggio domestico può ridurre in modo significativo la quantità di umido da gestire, con effetti immediati.

L'esperienza che abbiamo attivato a Genova e in Liguria è che il compostaggio domestico è compatibile anche con ambienti urbani ed in particolare con balconi, terrazzi, atri di palazzo, giardini condominiali  che già ospitano vasi da fiore. Il Comune di Genova crede in questa scelta e tra breve si riprenderanno i corsi di compostaggio domestico per la popolazione adulta con la messa a disposizione di compostiere, ma ancor meglio, con riduzioni sulla tariffa rifiuti per tutti coloro che autocertificano di effettuare il compostaggio domestico.

A mio avviso una analoga politica incentivante per tutti coloro che autocertificano l'eliminazione dell'uso e getta nelle loro attività ( bar, ristorazione, alberghi, esercizi commerciali) potrebbe essere la chiave vincente per diminuire rapidamente la produzione di materiali post consumo da gestire.

Altro elemento che mi sembra manchi nel piano è il riferimento a possibili tariffazioni basate su stime attendibili della effettiva produzione di scarti indifferenziati di ciascun nucleo famigliare o di ciascun condominio. Con il sistema di raccolta Porta a Porta, questo è possibile e sarà un sicuro incentivo per le famiglie a scegliere merci con meno imballaggi e indirettamente a sollecitare la distribuzione a rispondere a questa nuova esigenza della loro clientela, mettendo a disposizione la possibilità di acquistare merci sfuse.

Mi sembra condivisibile anche la parte impiantistica che non ha trascurato un numero adeguato di isole ecologiche. Molto bene gli impianti di compostaggio e ancor meglio quello per la digestione anaerobica che da anche una risposta sul recupero energetico senza la solita termovalorizzazione e a cui possono confluire scarti delicati come quelli da macellerie, lavorazione del pesce...

Il mio consiglio è che questo impianto sia abbinato ad un impianto per la depurazione delle acque, in quanto i due sistemi (digestione anaerobica della frazione umida e bioossidazione delle acque fognarie) integrano le reciproche necessità e minimizzano i consumi energetici, il consumo di acqua e la produzione di scarti da smaltire( fanghi).

Mi sembra che manchi un'altro tipo di impianto importante, quello per la raffinazione delle frazioni merceologiche raccolte con la differenziata, probabilmente essenziale per le plastiche. Il mercato del riciclo richiede polimeri ben selezionati e anche il colore delle plastiche è importante. L'esperienza del centro di Vedelago dove si effettua questa raffinazione  (http://www.centroriciclo.com/else/video.wmv )

è certamente da approfondire, sia per  il comune di Genova che per quello di Napoli.

 A Vedelago si effettua con successo (anche commerciale) questa raffinazione che  evita che le plastiche raccolte in modo differenziato finiscano negli inceneritori. L'idea vincente è quella di produrre "sabbia sintetica" con le plastiche indifferenziate non riciclabili, da utilizzare,mescolata al cemento, per produrre manufatti per l'edilizia.

Postato da: federico46 a 08:39 | link | commenti (4)
ambiente e società, vedi napoli, materiali post consumo


Commenti:
#1  06 Marzo 2008 - 18:55
 
Cosa ne pensi dell'uso dei tritarifiuti domestici da inserire nei lavelli delle cucine? E' vero che in Italia non si possono usare?
Ti seguo sempre con interesse!
A.L.
Utente: Sottoachitocca Contattami Guarda il mediablog (foto, audio e video) di questo utente. Sottoachitocca
#2  06 Marzo 2008 - 19:26
 
I tritarifiuti non fanno sparire il problema ma lo trasferiscono ai depuratori (se ci sono e se funzionano) che avranno più fanghi da smaltire.
Altro problema: la capacità delle tubature, progettate per smaltire liquidi, di far fluire liberamente pappette semisolide
Utente: federico46 Contattami Guarda il mediablog (foto, audio e video) di questo utente. federico46
#3  07 Marzo 2008 - 15:54
 
Stò diffondendo il tuo corso per il compostaggio, per ora viene accettato con interesse, ma sono pochi che mi dicono di averlo avviato con successo.
Chi ha un giardino proprio lo stà già sperimentando con successo e soddisfazione.
ciao
Utente: sacchett Contattami Guarda il mediablog (foto, audio e video) di questo utente. sacchett
#4  07 Marzo 2008 - 20:14
 
Professore grazie infinite per l'aiuto che ci offre con le sue riflessioni!
Utente: BornYesterday Contattami Guarda il mediablog (foto, audio e video) di questo utente. BornYesterday

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