L’ abitazione ideale dovrebbe essere calda d’ Inverno e fresca d’ Estate, ossia la sua temperatura interna dovrebbe essere confortevole e costante qualunque sia la temperatura esterna.
Per ottenere tale obiettivo, durante l’anomala Estate del 2003, gli abitanti dei paesi più sviluppati del mondo sono riusciti a mandare in tilt i loro sofisticati sistemi di produzione di energia elettrica e hanno trasformato in fumi (quelli delle centrali termoelettriche) montagne di danaro per costruire e far funzionare milioni di ventilatori, milioni d’impianti per il condizionamento dell’aria, milioni di deumidificatori. Per di più, grazie ai miracoli della loro tecnologia, gli stessi Otto Grandi durante quest’ Estate sono riusciti ad aumentare, insieme ai loro consumi energetici, anche la “normale” produzione di gas serra durante questa stagione, creando i presupposti per estati ancora più anomale.
E pensare che la nostra specie, alcune migliaia di anni or sono, quando era ancora “sapiens sapiens”, aveva scoperto come sia possibile raggiungere l’obiettivo di avere sempre un’ abitazione confortevole senza elettricità, senza consumo di combustibili fossili e senza bollette da pagare.
Esempi di queste macchine termiche, meravigliose nella loro semplicità ed efficienza, sono ancora visibili ed abitabili nelle campagne pugliesi: i trulli.
Chi ha la fortuna di possedere un trullo, risparmiato dalla speculazione edilizia, ha potuto sperimentare anche durante quella tremenda estate, come, con quaranta gradi all’ombra, all’ interno di queste antiche abitazioni in pietra si possa godere di un’ inaspettata e piacevole frescura.
Il segreto è il grande spessore del suo involucro in pietra (due, tre metri).
L’ enorme massa in pietra funziona da volano termico: accumula progressivamente il calore estivo che è trasferito lentamente all’interno del trullo, durante la stagione invernale.
A sua volta lo strato d’aria, tra una pietra e l’altra, funziona come un eccellente isolante termico che rallenta il passaggio di calore dalle zone più calde a quelle più fredde.
L’ effetto combinato di questi due fenomeni è che, con oscillazioni stagionali delle temperature esterne di trenta-quaranta gradi, le temperature all’interno del trullo, da una stagione all’altra, variano molto meno, mantenendosi sempre a valori accettabili.
Senza raggiungere i valori estremi dei trulli, spesse murature e proporzionale confort termico, insieme ad altri ingegnosi accorgimenti per ridurre i consumi energetici e garantire livelli accettabili di confort (alti soffitti a volta, localizzazione ed orientamento degli edifici, nuclei abitativi compatti, cavedi e giardini interni…) hanno frequentemente caratterizzato le nostre abitazioni, dal Medio Evo sino a tempi recenti.
Ed in ogni paese, forme, colori, materiali, tecniche costruttive delle abitazioni si sono adattate alle diverse condizioni ambientali realizzando, anche nel campo delle abitazioni dell’ uomo, un interessante esempio di grande diversificazione.
L’uso del cemento armato e del vetro ha permesso la costruzione rapida ed economica di grandi edifici, con involucri esterni sempre più sottili e leggeri. La contemporanea disponibilità di energia a basso prezzo ha delegato a caldaie e condizionatori la loro climatizzazione.
Di consequenza, le antiche tecniche costruttive sono state progressivamente abbandonate ed oggi, tutte le metropoli moderne si assomigliano, indipendentemente dalla loro latitudine e dalle loro condizioni climatiche.
L’ Italia in particolare, negli anni ’50 e ’60 ha subito il trauma della speculazione edilizia con la costruzione di interi quartieri realizzati con il massimo risparmio, senza nessuna attenzione alla loro efficienza energetica; le cosidette “case dei geometri”, senza offesa per questa benemerita categoria di professionisti.
A tal riguardo, sarebbe interessante verificare se i vecchietti che durante l’estate canicolare del 2003 ci hanno lasciato prima del loro tempo, per gli effetti collaterali della grande calura, abitavano negli anonimi condomini di quegli anni o nelle antiche case dei nostri grandi e piccoli centri storici.
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