martedì 30 settembre 2008

Trasformare l'Olio Fritto in Sapone

Se vi piacciono i fritti e non avete un servizio di ritiro degli oli fritti usati, ecco la ricetta dell'amico Renato per trasformare questo rifiuto in una interessante e utile risorsa: sapone.

Il risultato è garantito, fate solo attenzione alla soda caustica che non a caso ha questo nome (l'aggettivo caustico viene dal greco e significa cosa che brucia !!). E già che ci siamo un altro consiglio. Evitate di usare più volte lo stesso olio per la frittura. Durante la cottura prolungata si possono produrre  molecole molto reattive che è meglio evitare di mangiare!



COME FARE IL SAPONE A CASA

di Renato Fancello

Questo sistema consente di utilizzare gli oli cotti di scarto delle fritture, evitandone i problemi di un loro difficile smaltimento o di inquinamento se avete la cattiva abitudine di versare l'olio usato nel lavandino. È un sistema a freddo, poco impegnativo; il prodotto è un efficace sgrassante utilizzabile per il bucato e per le pulizie di superfici, strofinacci, ecc.

Va usata con precauzione la soda caustica, lavorando in ambiente aperto e/o ben aerato, proteggendosi le mani con i guanti, versandola lentamente; non devono essere usati contenitori metallici, con cui la soda caustica concentrata può reagire, quindi usate contenitori di plastica.

Tenete presente che la soda caustica mescolata all'acqua sviluppa calore, pertanto occorre fare tante piccole aggiunte di soda caustica alla miscela di acqua e olio, per evitare che l'acqua riscaldadosi troppo entri in ebollizione.

Le dosi sono indicate per 1 kg di olio esausto: in famiglia in genere ci mettiamo a farlo quando abbiamo accumulato 3 - 4 kg di olio esausto, per cui le dosi vanno variate in proporzione.



DOSI:

-1 kg di olio da frittura usato e filtrato

-1,5 litri di acqua

-2 etti  di soda caustica (quella più potente, acquistata dal Ferramenta)

-17 g di borotalco

- un etto di detersivo in polvere per lavatrice.

Il borotalco ha azione di eccipiente, rende il sapone più solido. Il detersivo viene consigliato in quanto facilita l'iniziale mescolamento dell'olio con l'acqua in cui si è sciolta la soda caustica. Ricordate che è proprio la soda caustica che trasforma l'olio in sapone



PROCEDIMENTO

Raccogliere un discreto quantitativo di oli residui di cottura debitamente filtrati. Per la filtrazione va bene carta da cucina, piegata a forma di cono e messa in un imbuto.

Pesare l'olio filtrato  e trasferitelo in una capiente bacinella di  plastica ( tipo quella per fare il bucato)

Aggiungere mescolando con un cucchiaio di legno o meglio con la frusta per la panna ( da usare solo per fare il sapone) uno dopo l’altro gli ingredienti,  in quantità proporzionata all'olio che state trattando e nell'ordine indicato. La frusta può essere anche metallica in quanto, al momento del suo uso la soda caustica è molto diluita e quindi meno aggressiva nei confronti dei metalli.

Come già detto, aggiungete la soda caustica poco per volta, rimescolando dopo ogni aggiunta ed evitando gli schizzi.

Mescolare il tutto, amalgamando bene e in modo omogeneo i diversi componenti.  Rimescolare spesso, alternando a periodi di riposo, finché il composto non apparirà denso, omogeneo, senza chiazze d’olio. Il rimescolamento deve avvenire complessivamente, ogni due-tre ore,  per una decina di ore (si inizia al mattino, il sapone sarà pronto verso sera).

Quando ci si accorge che il sapone si sta separando dall'acqua ( il sapone galleggia) si possono aggiungere al sapone delle gocce di profumo o di oli essenziali di vostro gradimento

Con il tempo il sapone si raddenserà semère di più e, a  questo punto, il sapone galleggerà su un residuo di acqua.  Raccogliete il sapone  con una spatola di legno o di plastica e versatelo su di una superficie piana (un vassoio di plastica va più che bene) e lasciato asciugare tutta la notte, meglio se al  freddo. Se vi fa piacere avere delle belle piccole saponette, tutte uguali  potete versare il sapone quando è ancora semisolido,  in forme di legno autocostruite di dimensioni adeguate.Proteggere le mani con guanti in questa fase.L'acqua residua, di fatto acqua saponata, si può buttare nel lavandino. Lavate bene tutti gli attrezzi con acqua abbondande.

La mattina successiva,  se non avete usate le forme di legno, andranno operati i tagli dei pezzi di sapone, che saranno leggermente separati e lasciati asciugare al fresco, all’ombra. L’asciugatura completa richiederà diversi giorni. Durante questo periodo avviene anche la completa trasformazione dell'olio residuo in sapone e la neutralizzazione della eventuale soda residuale.

Il sapone così prodotto si conserva a lungo.

La ricetta è efficace, ma come per tutte le cose nuove bisogna “prendere la mano”, senza demoralizzarsi se le prime volte il prodotto non sarà pienamente soddisfacente; verrà meglio con qualche adattamento nei tentativi successivi.

Postato da: federico46 a 19:16 | link | commenti (16)
economia domestica, rifiuti zero


Commenti:
#1  01 Ottobre 2008 - 07:41
 
Interessante! Nella mia città nessun servizio per la raccolta degli oli e questa potrebbe essere una buona soluzione alternativa. Ci proverò.
Giulia - Bs
utente anonimo
#2  01 Ottobre 2008 - 10:23
 
http://www.tiriciclo.it/Comuni/Doc/Depliant%20Raccolta%20RE.pdf
A QUESTO INDIRIZZO LA TETRAPACK CI FA SAPERE CHE I SUOI CONTENITORI SONO RICICLABILISSIMI (LO SAPEVAMO GIA) E DOBBIAMO RIPORLI NEGLI STESSI CASSONI PER LA CARTA:
MA ANCHE IL TAPPO (CHE SEMBRA DI PLASTICA ) ???
dottore ci aiuti a correggere questi imprecini...
grazie.
utente anonimo
#3  13 Dicembre 2009 - 07:41
 
 Salve,
una domanda, visto che vorrei provare ma c'è una cosa che mi lascia perplessa: normalmente ogni tipo di olio ha il suo coeffic di SAP, se si utilizzano oli diversi va effettuato il calcolo dei vari coeffic. per avere la giusta dose di soda per saponificare tutta la quantità di olio.
Ma, in questo caso, abbiamo diversi tipi di oli (tipo semi vari, soia, girasole etc..) in quantità sconosciute, come esce il quantitativo di soda di 200 gr? E perchè 200 e non ad es 180?
utente anonimo
#4  13 Dicembre 2009 - 07:44
 
 Sono sempre io del commento di prima, qualcuno ha provato, invece di rimestare a mano per tutta la giornata, di usare un pimer?
Grazie a chi mi potrà rispondere
Elena
utente anonimo
#5  13 Dicembre 2009 - 09:28
 
Con la soda caustica non si devono usare contenitori o oggetti in metallo con i quali la soda reeagisce, anche violentemente !!
Usare solo legno o plastica, mi raccomando!
Federico Valerio
utente anonimo
#6  13 Dicembre 2009 - 15:17
 
Ecco il commento di Renato , autore della ricetta pubblicata, sulla quantità ottimale di soda caustica da usare

"Le quantità indicate si riferiscono agli oli più usati per frittura: olio di oliva e di semi di girasole che  hanno lo stesso SAP per cui le quantità di soda sono le stesse. Gli altri oli più comuni hanno coefficienti di SAP comunque molto vicini.
Se si usa solo:
olio di arachidi e/o di mais le quantità di soda dovrebbero essere aumentate dell'1,5 % circa
olio di pistacchi e/o di soja le quantità di soda dovrebbero essere aumentate 0,75 % circa
olio di semi di zucca le quantità di soda dovrebbero essere diminuite dello 0,75 % circa
Andare oltre nel dettaglio mi sembra inutilmente complicato, tenuto conto anche degli errori sistematici presenti in ogni tipo di pesatura e che, nelle bilance da cucina, sono ovviamente più incidenti rispetto a quanto si può realizzare in laboratorio, per cui possono tranquillamente rientrare nei range di differenza tra i vari tipi di olio sopra citati (per cui uno adotta che sono la quantità di soda corretta per l'olio di semi di mais, ma pesa nella realtà per esempio quella per i semi di soja o di oliva)
Tenuto conto di ciò, è proprio per questo che la ricetta va usata come base con eventuali aggiustamenti legati alla pratica che uno acquisisce.
"

Personalmente suggerirei che nella fase di prova è meglio usare meno soda caustica di quella necessaria per " saponificare" tutti gli  oli. In questo caso l'inconveniente è una perdita di olio, ma avremo garantito la completa neutralizzazione della  causticità della soda.
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#7  25 Aprile 2010 - 14:09
 
grazie per ilsapone, io sarei impegnato a reciclare l'olio da cucina usato per altri scopi che le lascio immagginare con la richiesta che segue: potrebbe fornirmi lo schema di progettazione di un esterificatore in dettaglio?  l'impianto deve essere obbligatoriamente in acciaio inox o si può usare anche materiale come: resine, pvc pesante, ferro zincato? ho iniziato a recuperare olio tra gli amici ed ora non so più dove metterlo quindi mi sono immerso in questo progetto e cerco di avere informaioni da ogni direzione.
La ringrazio anticipatamente se vuole può inviarmi i consigli,
mstangel.pax.ktr@gmail.com
utente anonimo
#8  25 Aprile 2010 - 17:50
 
ho letto questo informazione e' molto bello di sapere che ci sono molti modi di fare sapone.Sono Sheilla vengo dal Ghana,Ho 24 anni.Sono interessata di fare questo tipo di progetto in Ghana.e voglio consiglio per iniziare.Volevo chiederla se puo darmmi consiglio o aiutarmmi. grazie. 
utente anonimo
#9  26 Novembre 2010 - 20:49
 
Non è dannoso per la pelle usare un sapone proveniente da olio fritto che ha già raggiunto il punto di fumo?
utente anonimo
#10  06 Dicembre 2010 - 09:51
 
Personalmente sono anni ormai che in famiglia utilizziamo il sapone prodotto dall'olio fritto senza aver mai avuto problemi di contatto con la pelle.
Mi sembra però utile segnalare un frequente comportamento non corretto precedente la produzione del sapone. Molte persone sono use riutilizzare più volte lo stesso olio già cotto nelle fritture. Credo che questa pratica sia nociva per la salute e quindi sarebbe opportuno usare una volta sola l'olio e poi riciclarlo nella produzione del sapone.
Renato Fancello

ps: un eccessivo riuso di oli per frittura produce perossidi che non fanno bene a chi li mangia.
FV
utente anonimo
#11  03 Febbraio 2011 - 16:23
 
Il sapone ricavato dall'olio inquina come un sapone normale o meno?
utente anonimo
#12  04 Febbraio 2011 - 12:10
 
Cosa intendi per sapone normale?
I saponi per uso personale, per lavarsi la faccia,  sono prodotti a partire da oli e grassi vegetali, come quelli che si propone di fare in casa, e realizzati con procedure chimiche simili a quelle del fai da te.
 La loro elevata biodegradabilità, ne permette la classificazione come prodotti a basso impatto ambientale.
Non escludo che gli oli usati per una eccessiva frittura possano contenere impurezze che sarebbe meglio evitare.
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#13  07 Febbraio 2011 - 09:15
 
Grazie!
Il fatto è che volevo rendere nota questa cosa ad un amico che abita in Perù, in una zona quasi incontaminata e volevo accertarmi che non fosse troppo inquinante, comunque credo che lo sia sempre meno del sapone per piatti che usano loro, e poi a dire la verità non so proprio dove lo buttino tutto quell'olio che usano per friggere. Quindi a conti fatti è meglio, almeno riutilizzano l'olio. Sa se si può usare anche per l'igiene personale, oppure è meglio usarlo solo per piatti e vestiti?
Chiara
utente anonimo
#14  07 Febbraio 2011 - 12:16
 
I miei amici che autoproducono il sapone lo usano per igiene personale:
L'uso per l'igiene personale è possibile se oli e grassi usati per produrre il sapone sono di qualità buona e conosciuta ( da escludere grassi rancidi e oli troppo fritti).
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#15  13 Novembre 2011 - 13:31
 
Sto provando a fare il sapone con molta convinzione, mi piace riciclare!! Per ora si sente solamente......odore di rosticceria!!
utente anonimo
#16  13 Novembre 2011 - 13:55
 
Attenzione. Dopo l'uso sarebbe meglio non riusare lo stesso olio per altre fritture. L'uso eccessivo, insieme all odore di fritto produce composti tossici che sarebbe meglio non mangiare ( e neanche incorporare nel sapone fatto in casa!)
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domenica 28 settembre 2008

L'Impatto delle Ceneri

La rivista Epidemiologia e Prevenzione ha accettato il mio articolo intitolato

"Impatti ambientali delle ceneri e dei residui solidi prodotti dall'incenerimento dei rifiuti urbani: rassegna bibliografica".

RIASSUNTO

Gli inceneritori utilizzati per ridurre il volume dei rifiuti urbani e per recuperare parte della loro energia termica, producono rifiuti solidi sotto forma di ceneri in quantità che  varia dal 20 al 30 %, rispetto al peso del rifiuto incenerito. Si stima che nel 2006 gli inceneritori italiani abbiano prodotto 711.000 tonnellate di ceneri pesanti (residui di combustione)  e 162.000 tonnellate di ceneri leggere (dai trattamenti fumi). Le grandi quantità di ceneri prodotte con l’incenerimento con recupero energetico dei rifiuti urbani, la loro residua reattività e la presenza nelle ceneri di metalli e di composti tossici e genotossici lisciviabili, rende problematico, senza ulteriori trattamenti di inertizzazione, il loro smaltimento in discarica e, come è stato proposto, l’eventuale utilizzo per  la produzione di cemento o l’asfaltatura di strade. L’esame di studi recenti sulla tossicità delle ceneri prodotte dall’incenerimento dei rifiuti urbani, suggerisce l’opportunità e l’urgenza di una normativa europea a tutela dell’ambiente e della salute umana  che tenga conto di queste evidenze sperimentali e che sia operativa in tutti i paesi dell’Unione Europea.
Chi è interessato alla lettura di tutto l'articolo ( in italiano :-)) lo può scaricare dal mio blog. Vedi allegato

Impatti ambientali delle ceneri


Postato da: federico46 a 08:37 | link | commenti (6)
salute, ambiente e società, materiali post consumo


Commenti:

#1  28 Settembre 2008 - 11:17
Sono stato recentemente in Germania a Friburgo, ho parlato con un amministratore della ASF, società che gestisce i rifiuti.
Dichiarano che la parte indifferenziata dei rifiuti raccolti (circa 45%) va tutto all'inceneritore (via treno), ove vengono bruciati tal quale senza alcun pre-trattamento, le ceneri pesanti vengono sottoposte ad un trattamento che le inertizza (ma non ha saputo specificare come) e vengono TUTTE mescolate a cemento e bitumi per asfaltatura, al punto che prevedono nel 2012 di chiudere la discarica regionale. Lasciano solo una discarica speciale (costosissima) per trattare i "polverini" che non sono in grado di inertizzare efficacemente. Come fanno a riciclare tutti i residui in quel modo ? e senza preselezione nemmeno dei metalli tral'altro ?
utente anonimo

#2  29 Settembre 2008 - 06:59
Come potrete leggere nel mio articolo, in base alle normative oggi vigenti, le stesse ceneri pesanti ( con identico contenuto di metalli pesanti e composti organici persistenrti) in Germania e Belgio sono riciclate dopo inertizzazione (di solito mescolate a cemento), in Olanda e Francia sono riciclate tal quali.
L'utilizzo di queste ceneri, di solito arricchite in piombo e cromo per asfaltare le strade non mi sembra una buona idea: l'asfalto si consuma con l'uso e prima o dopo ce lo ritroviamo, insieme ai suoi componenti inorganici ed organici nelle polveri sottili.
Se proprio abbiamo bisogno di riempimenti cosa vieta che dopo un sano trattamento biologico che trasforma in anidride carbonica e acqua i residui putrescibili e dopo un altrettanto sano recupero di metalli e inerti, plastiche miste e scarti ricchi di lignina (poco biodegradabili) mescolati a cemento ( e dopo le dovute verifiche ) siano usati a questo scopo?
Sbaglio o sarebbe un approccio un tantino più furbo alla soluzione del problema?
Utente: federico46 Contattami Guarda il mediablog (foto, audio e video) di questo utente. federico46

#3  29 Settembre 2008 - 10:41
Per fare scelte intelligenti bisogna usare il cervello.
Mi risulta difficile pensare che questo sia possibile con la classe politica italiana.
Utente: sacchett Contattami Guarda il mediablog (foto, audio e video) di questo utente. sacchett

#4  07 Ottobre 2008 - 09:32
ciao io sono interessato alla lettura di tutto l'articolo ( in italiano :-)) ma l'allegato dov'è?????
utente anonimo

#5  07 Ottobre 2008 - 09:35





#6  09 Ottobre 2008 - 07:58
Ora l'allegato dovrebbe essere scaricabile. Buona lettura
FV
Utente: federico46 Contattami Guarda il mediablog (foto, audio e video) di questo utente. federico46