Fino ad oggi non ho letto e sentito nessuno che ci informasse su quanta sia la normale quantità di diossina che si trova in una mozzarella prodotta in zone non inquinate.
Informazioni a riguardo ci vengono da uno studio pubblcato su Chemosphere nel 2007 ( vol. 67 , pag s 79-s89) che ha misurato le diossine nel burro prodotto dai nuovi paesi membri in particolare Cipro, Repubblica Ceka, Estonia, Lituania, Polonia, Romania, Slovenia e Slovacchia.
E burro e formaggi, in quanto ricchi di grassi, hanno un comportamento simile in caso di contaminazione da diossine, una molecola molto solubile nei grassi.
In questi campioni diossine e policlorodifenili diossino simili sono stati trovati in concentrazioni comprese tra 0,32 e 0,82 picogrammi per grammo di grasso.
Siamo a valori nettamente inferiori (anche dieci volte) al massimo consentito, pari a 6 picogrammi per grammo di grasso, valore che alcune mozzarelle campane superano di qualche decimale ( 6,4-6,8 picogrammi per grammo di grasso).
Quindi nelle mozzarelle nostrane si è trovata una quantità di diossine circa dieci volte superiore a quella normale non solo nei nuovi stati dell'unione ma anche ad esempio in Germania, nei cui formaggi le diossine si trovano normalmente a concentrazioni intorno a 0,6 picogrammi per grammo.
In questo paese che da tempo tiene sotto controllo suoi prodotti, quando i laboratori improvvisamente cominciarono a registrare concentrazioni di diossine più alte (1,41 picogrammi per grammo) non minimizzarono affatto il problema ( siamo sotto i limiti di legge) ma avviarono una immediata indagine per capire le cause del fenomeno, scoprendo che il motivo dell'aumento di diossine era l'introduzione di mangini contaminati provenienti dal Sud America.
E scoperta la causa fu anche facile porvi rimedio e far ritornare le diossine ai bassi valori di prima.
Le scelte della Germania, oltre ad essere di buon senso per la tutela della salute dei suoi concittadini sono state anche in linea co le indicazioni della Unione Europea che continua a raccomandare gli stati membri di operare per continuare a diminuire l'esposizione a diossine dei propri concittadini.
Il problema grave nelle attuali vicende Campane è che la quantità di diossine presente oggi in alcuni campioni di mozzarelle ( sono curioso di sapere quali sono i valori di quelle oggi cosiderate in regola) è nettamente superiore alla quantità trovata negli stessi prodotti nel 2003. In quell'anno, anche a seguito della annosa crisi rifiuti, il Laboratorio Sperimentale per l'industrie delle essenze condusse uno studio su 90 campioni di mozzarelle campane e calabre, trovando che la maggior parte risultava avere una concentrazione di diossine inferiore a 3 picogrammi per grammo.
Quello studio concluse che per i campioni di mozzarella più contaminati, in base alla composizione di diossine e furani in essi trovati, la spiegazione del fenomeno poteva essere la combustione all'aperto di rifiuti tossici, una evenienza già allora ben nota.
Ho l'impressione che da allora non si sia fatto nulla e che per salvare il buon nome dell'immagine del Made in Italy si preferisca fare la politica dello struzzo.
E questo atteggiamento va di pari passo a quello dei tanti personaggi che si affannano a dirci che i termovalorizzatori non inquinano e che non emettono più diossine!
E per lo meno risparmiateci il politico di turno che davanti alle telecamere si abboffa di mozzarelle per dimostrare la loro innocuità.
Postato da: federico46 a 14:52 | link | commenti (2)
ambiente e salute, vedi napoli
Commenti:
Interessantissimo articolo!
Visto che i controlli credo siano eseguiti continuamente suppongo siano depositati da qualche parte e accessibili.
Dove si può andare a curiosare?
Visto che i controlli credo siano eseguiti continuamente suppongo siano depositati da qualche parte e accessibili.
Dove si può andare a curiosare?
Temo che i controlli in questione ( diossine nel terreno, nei vegetali, negli alimenti, nel latte materno )non siano effettuati in modo sistematico e probabilmente quelli che si fanno sono dispersi tra diversi enti. Spero di sbagliare. Comincerei a chiedere informazioni alla Agenzia per l'ambiente della Campania
federico46 |